Il Re Leone. I padri al tempo del coronavirus

La maggior parte di noi ricorderà la bellissima storia racconta dal film di Walt Disney, perché vista da bambino o da adulto, condividendo con il proprio figlio o nipote un momento per molti indimenticabile. La storia di Simba e di Mufasa, un po’ come le fiabe tradizionali, tocca livelli profondi del nostro sentire e per questo mantiene un posto importante nel cuore e nella memoria.

  

Foto tratta dal film "Il Re Leone" - Disney

 

Così è successo che in questo lungo, lunghissimo periodo della nostra vita in cui ci dobbiamo confrontare con compiti nuovi e abbiamo dovuto trovare nuovo senso ai nostri ruoli, mi sia tornato in mente questo film. Non dal punto di vista di Simba che passa dalla spensieratezza infantile alle mature riflessioni sul senso della vita per approdare all'accettazione delle proprie responsabilità, ma da quello di Mufasa, straordinario padre, esempio di forza, equilibrio e capacità affettiva.

Allora vediamolo, questo papà così speciale, che mi ha fatto pensare ai nostri papà speciali di questi tormentati giorni e alle qualità che si trovano a dover mettere in campo ora più che mai.

All'inizio del film, quando Simba è un piccolo cucciolo pieno di energie, vediamo che Mufasa accetta, sebbene con fatica, di alzarsi all'alba per tener fede a una promessa. Assonnato segue l'impaziente Simba "va bene va bene, sono sveglio sono sveglio..."

E, sulla roccia, eccolo in tutta la sua maestosa funzione paterna.

"Guarda, Simba. Tutto ciò che è illuminato dal sole è il nostro regno. Il regno di un re è come il sole, che sorge e tramonta. Un giorno, Simba, il sole tramonterà su tuo padre e tu diventerai il nuovo re.

Simba: E tutto questo sarà mio?

Mufasa: Tutto. Tutto ciò che è illuminato dal sole.

Simba: E i posti all'ombra, allora?

Mufasa: Sono oltre i nostri confini. Non ci devi mai andare, Simba.

Simba: Ma un re non può fare ciò che vuole?

Mufasa: Essere re vuol dire molto di più che fare quello che vuoi.

Simba: Molto di più?

Mufasa: Simba! Tutto ciò che vedi esiste grazie a un delicato equilibrio della natura. Come re, devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica all'antilope saltellante.

Simba: Ma, papà, noi le mangiamo le antilopi.

Mufasa: Si, Simba, ma lascia che ti spieghi. Quando moriamo, i nostri corpi diventano erba, e le antilopi mangiano l'erba. E cosi siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita.

 

Ecco, condensati, in poche battute, gli insegnamenti fondamentali per affrontare la vita con coraggio, responsabilità e speranza. Mufasa indica la via al piccolo Simba, gli mostra la grandezza del suo compito, ma gli ricorda anche l'impegno che lo attende, la tutela dell'equilibrio della natura. Il "cerchio della vita" è il ciclo dell’esistenza di tutti gli esseri viventi, che presuppone la piena accettazione del mistero della vita, fatto di nascita, crescita e morte. Nel delicato equilibrio del mondo, natura ed esseri viventi diventano un insieme inscindibile, connessi soltanto da un filo sottile che va custodito e tutelato nel rispetto di tutte le forme di vita. Mai come ora abbiamo bisogno di padri, di adulti che si assumano questa responsabilità e la insegnino alle nuove generazioni. E che sappiano infondere speranza ed entusiasmo verso il futuro, perché, naturalmente, noi lasceremo il mondo ai nostri figli e sarà decisivo per il futuro dell'umanità, che possano accogliere questo passaggio con speranza ed entusiasmo e responsabilità.

Ma emerge anche con forza quella funzione fondamentale e difficilissima, la capacità di introdurre nella vita del piccolo Simba il concetto di limite, come esperienza fondamentale per crescere e diventare un grande re. La letteratura sociologica e psicologica ha scritto fiumi di parole sulla perdita, a partire dalla metà del secolo scorso, del ruolo del padre nell'educazione e nella crescita dei figli, denunciandone le gravi conseguenze. Non è questo il luogo dove affrontare un tema tanto complesso, piuttosto è l'occasione di rinnovare l'importanza, oggi, di questa funzione. Saper accettare, porre e far comprendere i limiti, proprio oggi, quando stringono la nostra vita in una morsa a volte soffocante, è una parte essenziale della funzione paterna, che, diciamolo chiaramente, può essere svolta da figure diverse.

Naturalmente nel gioco delle parti, i genitori pongono i limiti e i figli cercano di valicarli,

come Simba, manipolato dallo zio Scar. Il piccolo leone si mette in grave pericolo andando con la sua amica Nala a visitare le terre dell'ombra, quelle oltre i loro confini, cosa proibita dal padre. Come ogni genitore quando è spaventato dalle conseguenze dei comportamenti trasgressivi dei figli e teme per la loro incolumità Mufasa, dopo aver salvato Simba e Nala dalle iene, si arrabbia molto e li riporta a casa senza parlare. Alla sera, però ...."Figlio mio, non avresti dovuto disobbedirmi", disse, stringendo il leoncino in un abbraccio. "Oggi ho avuto paura di perderti":

Mufasa, grande re, non ha paura di ammettere i suoi sentimenti, le sue ansie, dichiarando l'amore grandissimo che lo lega al figlio. Nell'aria aleggiano i sentimenti legati alla perdita e infatti Simba chiede preoccupato "Papà staremo sempre insieme?"  E Mufasa gli ricorda, mostrandogli l'immenso cielo stellato, che i grandi re del passato lo guideranno e anche lui, un giorno, sarà tra quelli. Mufasa non gli dice che non sarà mai solo, forse la rassicurazione più facile che Simba, come ogni bambino, si aspetta, perché un re deve imparare ad essere solo. Gli parla di quello che rimane dentro di noi, ad un altro livello, del rapporto con i nostri genitori e del loro rapporto con i nostri antenati. Potremmo dire, con termini psicologici, che gli parla di cosa possiamo introiettare, in questa lunga catena di generazioni che diventa parte di noi e che rappresenta un po' il nostro cerchio della vita.

 

Illustrazione tratta dal film d'animazione"Il Re Leone"

 

Il film ci mostra altri aspetti importanti di questo rapporto padre-figlio, come la giocosità di Mufasa, il suo autentico divertirsi con Simba. Ma anche il suo ruolo di partner, tenero e innamorato della sua compagna. Vorrei soffermarmi su questo aspetto, come compito imprescindibile della figura paterna: rimanere saldamente al fianco della donna, non cedendo tutto lo spazio ai figli, contribuendo così al compito non facile, a volte arduo, di modulare lo stretto rapporto mamma-bambino, tutelando quel limite necessario alla crescita.

Naturalmente sappiamo quanto in questo periodo nelle famiglie sia necessaria questa funzione. I bambini, a causa della mancanza della scuola, delle attività, degli amici, in questa strana situazione di trovarsi a vivere la mamma anche come maestra, delle paure che a volte arrivano di notte, tendono a ritornare a un rapporto molto più stretto e a volte regressivo con la mamma.

Ecco, allora, che i papà, con la loro funzione separatrice, sono davvero indispensabili!

E i neopadri?

La nostra esperienza di vita in questo periodo di pandemia ci ha insegnato che possiamo non essere imprigionati nelle nostre immagini e ruoli, spesso dai contorni invalicabili. Ci siamo scoperti capaci di attività e attitudini di cui non avevamo conoscenza, abbiamo attinto a risorse antiche e le abbiamo proiettate nel nuovo.

Come può essere, mi sono chiesta, in questo periodo, l'esperienza dei padri durante la gravidanza delle loro compagne, durante il parto, al quale spesso non possono assistere?  Le coppie di neogenitori che seguiamo nel nostro progetto di sostegno alla maternità fragile ci hanno mostrato quanto impegno e quanti compiti vengano richiesti ai padri, ora che raramente ci sono nonne, zie, tate ad aiutare e sostenere le mamme. Nessun altro è ora vicino alla neomamma, nessun altro a fare la spesa, cucinare, dare il cambio per permettere alla mamma di riposare. C'è solo il papà, che, inoltre, come è stato per tanto tempo dai primordi della storia, esce per procacciare il cibo alla famiglia, la protegge dai "nemici", in questo caso un essere invisibile ma pericolosissimo. Quindi ai nuovi padri toccano compiti sia di tenero accudimento sia una sorta di ruolo ancestrale più vicino alla natura, ai bisogni primari.

Vorrei concludere lasciandovi con le meravigliose immagini del film e la commuovente colonna sonora "Il cerchio della vita", da condividere con i vostri figli.

 

Ascolta la colonna sonora

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Sabina Dal Pra' Nielsen

 


 

 

Il " cerchio della vita” è il ciclo dell’esistenza di tutti gli esseri viventi,

che presuppone la piena accettazione del mistero della vita”